2019 / 2020


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CHE COSA SPERARE NELL'ERA DEL CORONAVIRUS? di Stefania Salvadori

In un momento tanto incerto la crisi è inevitabile! Ci aggrappiamo alla speranza come ad una mano che viene dal cielo. Come sperare? L’ambiente è fortemente inquinato, le malattie aumentano in modo preoccupante, la crisi economica non si risolve e per giunta arriva, all’improvviso, un virus del tutto sconosciuto che sconvolge la nostra vita. Per mesi ci rinchiudiamo nelle nostre case sperando di tenerlo fuori. Siamo terrorizzati da quel lugubre bollettino serale che elenca numeri di contagiati, guariti deceduti che sono sempre tanti, troppi…Nel 2007 mi colpì un articolo su “La Repubblica”, erano tempi non sospetti e mi sembrò visionario ma attendibile; oggi mi sembra attualissimo, una risposta complessa e intelligente alle nostre attuali domande; l’articolo era tratto dal libro “L’anno 1° dell’era ecologica” di Edgar Morin, sociologo e filosofo francese, classe 1921, teorico del pensiero della complessità, e mi piace “rispolverarlo” perché, in questo momento di sgomento e smarrimento può aiutarci a riflettere positivamente. “Come non disperarsi? -esordisce Morin- conoscendo i tre principi di speranza che esistono nella disperazione stessa”. Il primo principio di speranza è nell’improbabile. Un esempio tra tanti: 2500 anni fa l’esercito più potente di un potente impero, quello persiano, attaccò alcune piccole città greche, tra cui Atene. Ci furono due guerre persiane . Era più probabile che l’impero potente schiacciasse le piccole città. Tuttavia, dopo varie fasi, la gigantesca flotta persiana ,attirata in un tranello, fu distrutta a Salamina dalla flotta greca. Da questa vittoria dell’improbabile sono venute cinquanta anni dopo la nascita della democrazia e della filosofia. (Continua nella sezione "Documenti")