2017 / 2018


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Progetto presentato al Forum

Un progetto importante, voluto fortemente dalla Governatrice Irene Ficociello Calzetta e a cui noi abbiamo aderito con grande impegno. Pensiamo si possa fare molto per sensibilizzare l'opinione pubblica e lo Stato, in modo da debellare o quantomeno ridimensionare il problema. Il Benin, Paese dell'Africa occidentale di lingua francese, è il luogo in cui è nata la religione vudun, si trova ad ovest della Nigeria ed è uno dei Paesi del Golfo di Guinea. In Benin City, città di circa un milione e mezzo di abitanti, il business più fiorente è la tratta delle donne nigeriane. Ragazze convinte, quasi sempre con l’inganno, a partire per l’Europa per alimentare il mercato della prostituzione. E l’Italia è la destinazione dell’85% di loro. Oggi il «commercio» di donne a fini di sfruttamento sessuale è, secondo l’Onu, la terza attività illegale più redditizia al mondo (dopo il traffico di armi e di droga), con un giro di affari stimato attorno ai 12 miliardi di dollari l’anno. Merce di consumo di una società edonista e mercantile, la donna diventa, da un lato, «capitale» finanziario da sfruttare da parte di organizzazioni malavitose senza scrupoli, dall’altro, oggetto di soddisfazione di desideri e perversioni. Benin City, con il suo disordine e la sua decadenza, la sua miseria e le sue ville milionarie, è un po’ l’archetipo di molti angoli di un mondo che funziona a velocità diverse, che corre sulle autostrade di uno sviluppo accessibile a pochi e lascia indietro grosse fette della popolazione mondiale, abbandonate alle periferie di una globalizzazione che non è poi così globale. E le ragazze di Benin City – trafficate, sfruttate, abusate – sono un po’ il simbolo di questa vergogna, che va gettata in faccia a chi le ha gettate in strada.