2015 / 2016


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Festival Biblico

Dal Grande Crimine all’esperienza armena di convivenza con l’altro attraverso un excursus storico partito dall’antica Roma fino ai giorni nostri, con in mezzo tutte le tragedie vissute dall’umanità: di questo ha parlato ieri ai liceali delle Stimate l’arcivescovo di Istanbul professor Boghos Levon Zekiyan. Una lezione magistrale e di grande attualità tenuta nell’aula magna dell’Istituto Stimate organizzata dalla Curia (attraverso il Responsabile della cultura don Signoretto, referente del Festival Biblico), dall’Inner Wheel Club Verona (presidente Adriana Vicentini), dal Rotary Club Verona Est e dalla Fondazione Masi (Sandro Boscaini e Francesco Benedetti). Forse non lo sanno per davvero, i liceali stimatini, cosa è stato lo sterminio degli armeni nel 1915, quello che Papa Francesco ha definito «il primo genocidio moderno» irritando non poco il negazionista presidente turco Erdogan. Forse non riescono a capire cosa ha significato il massacro sistematico di questo popolo iniziato la notte del 24 aprile di 101 anni fa a Costantinopoli «con il pretesto del fanatismo religioso» che nascondeva in realtà la vera motivazione cioè «rifondare l’impero ottomano ormai sfaldato: solo che», ha ricordato l’arcivescovo, «gli armeni erano tra i piedi e rappresentavano l’ostacolo maggiore in quanto situati sul versante orientale dell’Anatolia: lì in mezzo interrompevano la continuità geografica del progetto statalista turco. Bisognava eliminarli». Forse non conoscono, gli studenti stimatini, le cifre del Medz Yeghern:un milione di morti, pietà per nessuno, le donne e i piccoli deportati nel deserto siriano uccisi dalla fame e dalla sete, abbandonati. Ad alcuni bambini inchiodarono ai piedi i ferri di cavallo. Bambini come il piccolo Vartan, studente delle elementari di origini armene, che ieri accompagnato dal papà è salito sul palco a dare il benvenuto all’amico Levon recitando la struggente poesia di Charents «Della mia dolce Armenia». Si sono abbracciati, dicendosi tutto ...