2012 / 2013


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IW Peschiera e del Garda Veronese - Visita alla Chiesa dei Santi Nazaro e Celso

Mercoledì 20 marzo 2013 alle ore 15,30, ci siamo incontrate alla Chiesa dei Santi Nazaro e Celso, per una visita guidata dall’architetto Fabrizio Marchesini che ha progettato e seguito il restauro nel 2001. In questa occasione si sono unite a noi, con nostro grande piacere, le amiche del club di Verona con le quali condividiamo gli stessi interessi. Nel più antico quartiere di Verona, chiamato Veronetta, sorge la Chiesa dei Santi Nazaro e Celso edificata nel XV secolo dai monaci Benedettini sui resti di una millenaria chiesa-grotta (Sacello) dedicata ai Santi Nazaro, Celso e Giuliana, scavata nel sovrastante monte Scaglione con resti di affreschi risalenti all’anno mille. Anche se pieno Rinascimento, la costruzione ripete ancora uno schema romano-gotico. Il campanile, elegante, in stile veneziano, fu costruito da Francesco Da Castello, nel sedicesimo secolo; le campane sono state fuse nel 1849 dalla ditta Cavadini di Verona e sono ritenute, dagli esperti, fra i più pregiati cori campanari, esistenti in Italia, suonati manualmente. Dei due chiostri originari ne resta soltanto una piccola parte adiacente la chiesa. L’interno, a croce latina a tre navate e tre absidi con pilastri di ordine dorico e ionico, conserva una serie di cappelle decorate dai migliori pittori veronesi del cinque e seicento: P.Farinati, A.Badile, D.Brusasorzi, M.Aliprandi, P.Caliari, Carpioni, Flacco. Una di queste cappelle merita una particolare attenzione: la Cappella di San Biagio che accoglie le spoglie di S.Biagio (Armeno di Sebaste) donate da un pellegrino tedesco di ritorno dalle Crociate e che a Verona si ammalò, nel 1174. La cappella di notevole pregio per architettura e ornamenti, è costituita da un corpo cubico sormontato da tamburo e cupola. Uno scrigno tutto affrescato da Falconetto, Cavazzola, B.Montagna,D.F. Morone, con un altare marmoreo di B.Panteo, una pala di F.Bonsignori e la pregevole predella di G.dai Libri. Anche la Sacrestia conserva dipinti di pregio del Brusasorzi, del Montagna, del Benaglio e armadi quattrocenteschi intarsiati. Terminata la visita ci siamo ritrovate insieme a Mons.Edoardo Sacchella per scambiarci gli auguri e rispolverare il significato della Pasqua: la storia della salvezza del popolo ebreo nasce da avvenimenti storici legati all’agricoltura, al passaggio dai pascoli dell’inverno ai pascoli della primavera… si sgozzava l’agnello per tenere lontani gli spiriti cattivi…si partiva di notte con la luna piena, ecco perché Pasqua non ha una data fissa… ma come in questo momento particolare per la Chiesa non terminare con il parlare del Papa appena eletto? Esprimere le nostre emozioni. Il Papato è il dono di Cristo alla sua Chiesa e per chi è credente la devozione verso il Papa è il frutto della volontà di Dio. Riflessioni su varie questioni emerse dai media e in particolare, riguardo la svolta tra un papato e l’altro:”nella Chiesa c’è sempre continuità con l’elezione di un Papa e come diceva Paolo VI “ la chiesa è come una pianta, ad ogni stagione ci sono foglie fiori e frutti nuovi, ma la pianta è sempre la stessa”. Una curiosità dimenticata da molte di noi, riguarda il perché il Papa veste di bianco: nel 1572 venne eletto Papa Antonio Ghisleri, che prese il nome di Papa Pio V; era un frate Domenicano e pretese di continuare ad indossare il vestito dell’Ordine dei frati Domenicani, che era bianco. Abbiamo concluso questa giornata ricca di nuovi apprendimenti, gustando un ricco buffet allestito da tutte noi.