2012 / 2013


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IW Arzignano PHF - Interclub sul tema ''Scrittura Scritture''

La prestigiosa ospite Isabella Bossi Fedrigotti ha ringraziato i Presidenti dell’Interclub Inner Wheel - Rotary, Rossana Martignoni e Nereo Zocca per l’opportunità offertale di parlare della sua attività, evento ormai raro data l’assenza di circoli letterari. Così presso l’Hotel Genziana, alla presenza dell’Assessore alla cultura di Montecchio Maggiore Claudio Beschin, della Dirigente Antonella Sperotto dell’I’ I.I.S. coinvolto lo scorso anno sociale nel Premio Letterario, della Segretaria della Governatrice Cinzia Rasulo, e Gianmarco Mancassola capo redazione del giornale di Vicenza, la relatrice ha ricostruito il suo percorso formativo. Un racconto, quello di Isabella, giocato sul rapporto costante tra fase autobiografica e scrittura, scoperta nell’adolescenza ben prima della parola data la grande timidezza, sperimentata quindi nella noiosa attività di traduttrice commerciale per pagarsi gli studi universitari, culminata infine nella doppia professione dapprima di giornalista, poi di scrittrice. Quest’ultima ebbe inizio su pressione di un editore che le suggerì la stesura di un libro per farsi conoscere, consiglio che le fruttò l’assunzione al Corriere della Sera dopo “Amore mio uccidi Garibaldi”, il primo romanzo ispiratole dalla lettura ad alta voce che la madre era solita fare dei materiali dell’archivio di famiglia: in quel caso la stimolò l’ascolto delle lettere che i bisnonni si scambiarono durante la terza guerra di Indipendenza. Un esempio con cui Isabella ha chiarito come la vita reale sia la fonte da cui ha sempre attinto per creare trame narrative e relativi personaggi e perchè ancora oggi segua con sincera passione le due rubriche affidatele, la posta con i lettori e il Forum di conversazione. L’autrice ha quindi evidenziato sia la costante e reciproca integrazione tra scrittura giornalistica e letteraria, che l’attuale impossibilità di una “scrittura al femminile”, perché oggi entrambi i sessi condividono gli stessi ruoli un tempo ben distinti. Questo cambiamento epocale richiede la creazione di nuovi modelli identitari la cui assenza genera incomprensioni e talora una vera e propria “guerra” tra uomini e donne. Nel ricco dibattito seguito all’intervento della relatrice sono emersi in particolare due interrogativi relativi alla professione giornalistica nell’era di internet e al tema della solitudine. Isabella ha sottolineato come la rivoluzione tecnologica e la televisione- in particolare quella italiana – stiano modificando radicalmente tale professione minacciandone la qualità. Circa la solitudine, definita malattia di ogni età storica perché comunicare è difficile e socialmente pericoloso in quanto provoca emozioni che creano “disordine” è indiscutibile che oggi sia acuita dalla mancanza di tempo che caratterizza gli stili di vita delle società più sviluppate.