2006 / 2007


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IW Peschiera e del Garda Veronese - Gita in Costa Azzurra

CON GLI OCCHI DI ENRICA 27-28-29 settembre 2006 Si parte. Siamo in 26. L'atmosfera è gioiosa, propria di chi è riuscito a fuggire per qualche giorno al solito tran tran ed alle esigenze quotidiane di marito e figli. Si va verso il mare. Ed infatti, questo appare appena superato il Turchino. E' là, tutto azzurro ed aspetta noi. Il sole gioca con le onde ed il tutto sembra un drappo di lucente taffetas. Sopra Ventimiglia c'è Dolceacqua. Un paese incredibile, tutto Medio Evo. Paese che è stato luogo di contesa per molti anni fra le famiglie Doria e Grimaldi. Ci si immerge immediatamente in un' atmosfera irreale fra carugi e volti, dove il sole non riesce ad arrivare. In una piazzetta c'è la chiesa con qualche pretesa barocca. L'interno, piuttosto insignificante, accoglie un trittico di Brea (secolo XVI); non è dato sapere quale dei tre fratelli nizzardi abbia messo mano all'opera. Con Santa Devota al centro si vedono Sant'Agata e Santa Barbara, tutte e tre con la loro brava palma del martirio. La staticità delle figure conserva ancora l'impronta giottesca ma, nel complesso, il quadro è abbastanza piacevole. Manca della pedana, caratteristica dei polittici dell' epoca, che sembra sia stata trafugata in tempi lontani. Scalando una cordonata di pietra, si giunge al castello dei Doria (1100-1300). Per uscire dal paese, attraversiamo un bellissimo ponte romanico. Sotto scorre il Nervia, che scende dalla valle omonima, con allegre cascatelle per poi allargarsi in un vasto bacino in cui si specchiano, civettuole, le case del borgo ed in cui nuota una piccola flotta felice di anatre. Questo ponte è stato ed è immortalato tutt'ora da pittori. Monet lo ritrasse nel 1884 in un quadro conservato attualmente nel museo Marmottian di Parigi. Si prosegue per Nizza per immergerci nel lusso della Promenade des Anglais che, però, dobbiamo percorrere in pullman (km 8 circa) per rispettare la tabella di marcia. Passiamo in rassegna le boutiques rutilanti di luci, i maestosi alberghi e gli yachts ancorati in porto. Arriviamo a Villefranche sur mer. Affacciate ai terrazzini delle nostre stanze, immerse nel tepore della notte, ammiriamo il panorama. La notte è un manto di velluto blu, imbrillantato dalle mille luci delle imbarcazioni, mentre il faro lontano sciabola intermittenti di raggi. Il giorno dopo siamo a Saint Tropez. In rada una selva di imbarcazioni, per lo più a vela. Ci viene detto che qui è quasi d'obbligo acquistare un portbonheur rappresentato dalla "cigale". Non ci crediamo, ma la compriamo. Hai visto mai che funziona? Partiamo per Cannes. Qui ammiriamo la Croisette, rammaricandoci di non vedere qualche divo del cinema. La sera siamo a Cagnes sur mer con le amiche del club Inner Wheel di Nizza. L'ultimo giorno siamo nel Principato di Monaco. Nel porto c'è un tripudio di yachts, veri palazzi galleggianti. Ci infiltriamo nelle viuzze ed entriamo nella cattedrale, dove ci sono le tombe dei Grimaldi. A mezzogiorno siamo in piazza, sotto il palazzo, per il cambio della guardia. Dalla caserma della gendarmeria esce un drappello di aitanti giovani impettiti nella loro candida divisa, preceduti da due tamburini. La cerimonia è veloce. Il principe Alberto non si fa vedere, anche se siamo sicure che è a palazzo, visto che il suo vessillo garrisce sulla torre più alta. Riprendiamo la strada del ritorno a casa.