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La condizione della Donna nella società, dall'antichità ad oggi: un'evoluzione?

Questo è il titolo della conferenza del Past Governatore Rotary dott. Paolo Pasini, un relatore di altissimo spessore, a cui siamo infinitamente grate per aver fatto sì che il nostro incontro per festeggiare la FESTA DELLA DONNA, si sia rivelato in effetti in una serata che ci ha arricchito sul piano culturale e ci ha dato molti spunti di riflessione. Non sarebbe stato immaginabile un 8 marzo più bello di quello che la nostra Presidente Anna Ottavi ha organizzato invitando la splendida coppia Lilly (nostra Past governatrice e grande amica del nostro club di Arezzo) e Paolo Pasini, che solo a vederli insieme sono un piacere dello spirito e fonte energetica. Con loro dunque il clima di amicizia era assicurato e la cena si svolta piacevolmente in modo disteso. Tra i tavoli le nostre socie hanno consolidato amicizie e rinsaldato legami, poi durante la conferenza hanno seguito con intensa partecipazione e coinvolgimento personale. L’interessante discorso del nostro relatore infatti, che inevitabilmente doveva andare verso considerazioni piuttosto deprimenti sulla condizione femminile nel mondo, ha preso l’avvio con una stupenda serie di immagini di donne dell’antica civiltà egizia, regine naturalmente, ma anche donne comuni e schiave, chiudendo con il notissimo splendido ritratto di Nefertiti. Questo avvio ha ben introdotto la comparazione tra l’antichità e l’oggi, nello stesso tempo alleggerendo un po’ i tragici dati reali sulla condizione delle donne nel mondo che ci parlano di donne uccise dal proprio partner, di forme moderne di schiavitù, di conseguenze per mutilazioni genitali, di donne escluse dall’istruzione, di paesi in cui non viene punito lo stupro da parte del partner ecc. ecc. Il dott. Pasini poi ha analizzato la nostra società violenta dove a parole siamo contro il patriarcato, ma nella fenomenologia e nei simboli ne siamo i propugnatori, nella politica, nei social, nelle

A questo punto il relatore cita Helene Deutch, la prima psicanalista e studiosa di psicologia femminile, quando afferma che se per la donna moderna i cancelli dei pari diritti si sono aperti, questo non è la vera liberazione della donna bensì solo progresso sociale. La conquista da parte della donna di una completa uguaglianza sociale non sarà utile per lei stessa e per l’umanità tutta se essa non potrà avere allo stesso tempo, ampia possibilità di sviluppare la sua femminilità e il suo spirito materno. Allora entra in gioco l’educazione delle nuove generazioni. Non si tratta di insegnare ai nostri figli a dire buongiorno o buonasera, bensì di formare le loro coscienze in modo nuovo verso la tolleranza, la realizzazione profonda dell’altro e l’accettazione della libertà delle donne di vivere secondo la loro più vera natura.