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Terzo incontro su "Status femminile delle donne musulmane"

Nel terzo incontro sullo “Status Femminile delle donne musulmane”, la dott.ssa Travaglini ha parlato dei diversi tipi di velo indossati dalle donne. Il più diffuso è l’Hijab, che copre il capo ed il collo e lascia il viso scoperto; il Khimar che copre testa e spalle e lascia il viso scoperto; il Chador è un mantello che copre tutto il corpo ed è diventato obbligatorio in Iran, dopo la caduta dello Scia e l’avvento di Khomeini; il Niqab è molto diffuso in Arabia Saudita/Yemen lascia scoperti solo gli occhi; il Burqa è stato reso obbligatorio in Afganistan dai Talebani e copre anche gli occhi. L’usanza di coprirsi il capo con un velo è antichissima, non è un simbolo originario dell’Islam, era in uso fin dal quarto secolo A.C. nei paesi che si affacciavano sul mediterraneo ed era un elemento distintivo delle donne di classe elevate, un segno di distinzione e di rispetto. Le patrizie romane per coprirsi il capo usavano una stola. Il velo veniva indossato anche dalle donne ebree e successivamente dalle cristiane. Nel cristianesimo il simbolo del velo acquistò anche il significato di dignità e di devozione a Dio, infatti anche la Madonna è sempre raffigurata velata. All’epoca della predicazione di Maometto, le prime donne a portare il velo sono state le sue mogli in segno di distinzione, invece le schiave non lo portavano. Sull’obbligo di indossare il velo esistono due correnti di pensiero, i tradizionalisti che sostengono che l’obbligatorietà del velo è scritta nel Corano e i moderati che sostengono che dovrebbe essere una scelta delle donne e non un obbligo. Nel mondo occidentale, la scelta di indossare il Velo viene vista come simbolo di oppressione e suscita timore e sentimenti di paura legati all’islamofobia. La moda modesta è la moda islamica che nasce per le esigenze delle donne del Medio Oriente delle alte classe sociali che desiderano vestire secondo le ultime tendenze, sono capi concepiti nel rispetto delle norme coraniche e allo stesso tempo glam.